Dopo anni di interventi, di corse, di progetti e di tante parole e azioni che si avvicendano quotidianamente nella pratica di questa attività l’arrivo della manutenzione 4.0 o manutenzione intelligente richiede un approfondimento di cosa sia, delle teorie di gestione e come trasporre le teorie alla pratica. Iniziamo dalla parte istituzionale: la definizione di manutenzione e qual’è la normativa di riferimento, la manutenzione è a tutti gli effetti una scienza e come tale si comprende meglio se ne si condividono i presupposti.
La manutenzione è quella scienza che studia come e quali azioni e/o operazioni sono necessarie in un rapporto economico e sostenibile delle risorse, a gestire e conservare la funzionalità e l’efficienza di sistemi antropizzati o naturali.
Una definizione che si è evoluta nel corso degli anni, ma che trova fondamento nella finalità per cui è nata; conservare o riportare un’entità in uno stato in cui possa eseguire la funzione richiesta.
Passando velocemente dalla teoria alla pratica dei giorni nostri ecco che oltre alla definizione è utile conoscere la normativa di riferimento. Esistono diverse UNI che evolvendosi hanno trovato un linguaggio e dei termini condivisi utilizzabili quando si parla di manutenzione.
Quindi si passa dalla UNI 11063 che distingue le attività di manutenzione in “ordinarie” e “straordinarie” alla UNI 9910 che definisce le politiche di manutenzione in “correttiva”, “preventiva” e “migliorativa”.
Se la manutenzione correttiva o a guasto è un’attività che un’organizzazione moderna ed efficiente cercherà di ridurre il più possibile quella preventiva invece deve essere quella preferita e maggiormente praticata.
La manutenzione preventiva è articolata a seconda del suo grado di maturazione ed organizzazione in : Ciclica, su Condizione e Predittiva.
Evoluta dal semplice concetto di azione di conservazione la manutenzione è ora intelligente, interattiva e resiliente, studia per un miglioramento continuo.
La necessità di organizzazione date dall’aumento della complessità delle entità mantenute, ha portato allo sviluppo di applicativi per la manutenzione. Nati principalmente per eliminare la carta, in seguito hanno allargato la loro sfera di azione rendendo possibile una gestione completa dell’attività manutentiva ma non solo.
Sigla dell’espressione inglese Computerized Maintenance Management System – “Sistema computerizzato della gestione della manutenzione” è il termine con il quale si identifica un’applicazione software che supporta il sistema informativo per la gestione della manutenzione spesso integrata con l’Enterprise Resources Planning (ERP) aziendale.
Nata come un’estensione del sistema di gestione della manutenzione computerizzata, la gestione patrimoniale aziendale ( EAM ) si occupa della gestione del mantenimento delle risorse fisiche di un’organizzazione durante il ciclo di vita di ciascuna risorsa.
CMMS e EAM vengono utilizzati per pianificare, ottimizzare, eseguire e tenere traccia delle attività di manutenzione necessarie con le priorità, le competenze, i materiali, gli strumenti e le informazioni associate. Comprende anche la progettazione, la costruzione, la messa in servizio, le operazioni, la manutenzione e la disattivazione o la sostituzione di impianti, attrezzature e strutture.
Così come lo è per ogni altro applicativo software 4.0 indica che l’informazione è circolare tra i diversi reparti aziendali, dall’ufficio all’officina, dalla sala riunioni del cliente al cantiere, le informazioni sono disponibili ed organizzate. Ne consegue che l’intelligenza del software deve far sì che questa sia accessibile quando serve, in maniera intuitiva aggiungerei e immediata.
Si raggiunge l’era del 4.0 quando le informazioni circolando tra i diversi reparti delle aziende, vengono utilizzate in maniera organica superando i confini fisici per convogliare in una struttura virtuale, digitale ed interconnessa.
Il Responsabile di Manutenzione rappresenta una figura di importanza strategica per le aziende moderne in settori in cui la presenza di asset è importante come il Manufacturing, l’Engineering and Construction e la Logistica. Per competere in un business digitalizzato il Direttore di Manutenzione deve aggiornare le proprie competenze, conoscere e saper utilizzare le nuove tecnologie digitali per automatizzare i processi e rendere il lavoro più agile ed efficiente.
Oltre a garantire la supervisione e il coordinamento delle attività di manutenzione, deve assicurare innovazione, sicurezza e sostenibilità ambientale, in linea con quanto richiesto dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (SDGs).
In questo grafico con curva a vasca da bagno del rapporto tra guasti e tempo si vede chiaramente che per la manutenzione è solo questione di tempo, prima o poi il decorso naturale degli eventi porta all’usura e al degrado, quindi si interviene fino a quando sarà necessario sostituire facendo ripartire il ciclo di azioni manutentive.
Le soluzioni software moderne permettono un lavoro in modalità “data-driven“, ossia ci si basa sui dati raccolti per fare analisi, programmare ed organizzare il lavoro. Cercando sempre più di agevolare l’utente, processando ed elaborando le informazioni acquisite, i software “intelligenti” automatizzeranno quelle operazioni a basso valore aggiunto lasciando più tempo per lo svolgimento di quelle remunerative.
L’intelligenza è una funzione che opportunamente configurata “pensa” al posto dell’utente.
Un software intelligente, una volta configurato, mostrerà al momento giusto l’informazione di cui si ha bisogno.
Non perdere tempo a ricordare agli appuntamenti o ai punti della pratica operativa, chiedi al software che penserà per noi.
Dotarsi di un sistema gestionale per realizzare una manutenzione intelligente aiuta i tecnici, agevola i manager e fa risparmiare l’azienda.
Dotarsi di un sistema computerizzato di gestione della manutenzione è una necessità ovvia nel 2020.
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